La parmigiana Carla They è una sirena che suona l’arpa. Figlia d’arte, dopo essersi brillantemente diplomata al Conservatorio Nicolini di Piacenza, ha intrapreso una splendida carriera sia da solista sia da concertista, che l’ha portatala esibirsi nei teatri di tutto il mondo. È fondatrice di originali ensemble e ha dato vita a raffinate formazioni cameristiche. Dove vive?
A Parma, vicino al centro. La sua casa in tre aggettivi.
Calda, vissuta, allegra.
Quale sarebbe la sua casa ideale? Uno dei castelli della Loira: le musiche di corte, le feste, i balli, quel senso d’eleganza che si è completamente perso…
Com’è arredata la sua casa?
Alcuni mobili antichi appartenuti alla bisnonna e ai nonni, abbinati a qualche pezzo più moderno.
C’è qualche cambiamento che vorrebbe apportare?
Nella «sala della musica», vorrei le pareti color pesca, un bel tappeto, una libreria per metterci i miei libri antichi e un pianoforte.
Quali sono i tre oggetti da cui non si separerebbe mai?
L’arpa, una pendola del 700 che apparteneva allo zio Emilio e un quadro ottocentesco della bisnonna Bianca, anche lei arpista, che raffigura quel ramo del lago di Como.
Di quali, invece» si sbarazzerebbe? Avendo il capanno nell’orto, quello che non ci va lo mettiamo li!
Qual’ è la sua stanza del cuore?
La «sala della musica», dove studio per almeno due ore al giorno.
Cosa tiene sul comodino della sua camera da letto?
Qualche libro che mi riprometto di leggere, creme per le mani, spesso la «Gazzetta».
Qual è l’oggetto più divertente che ha in casa?
I miei criceti Giacomino e Romina. E l’orso di peluche Jerry, che è con me da quando ero una bimba.
Quale opera d’arte vorrebbe in casa per guardarla tutti i giorni?
Un quadro di Giovanni Boldini: l’essenza dello charme e dell’eleganza.
Come sta vestita in casa? Solitamente con qualcosa di nero, colore che amo molto. Non trasandata con una tuta…
In casa come si rilassa?
Ascoltando musica barocca, ma anche suonando.
Le piace ricevere gente in casa?
Sì, ma non tutti. Mi piace che vengano musicisti o cantanti per stare insieme, fere le prove, prendere un tè. E non amo le visite a sorpresa.
Che significato ha per lei la casa?
È calore, rifugio, famiglia, un luogo dove torno con gioia.
Se non vivesse dove vive, dove vorrebbe vivere?
In un palazzo parigino dell’ottocento.
GAZZETTA DI PARMA domenica 26 aprile 2015 Ma. Vi.